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Sperimentazione Nuova Carta Acquisti: il caso di Venezia

Nella città lagunare lo strumento ha favorito la sperimentazione di nuove modalità lavorative per contrastare la povertà
di Chiara Agostini, Paolo Pantrini

 

Le caratteristiche della misura

Lanciata nel 2013, la Nuova Carta Acquisti (NCA) è in corso di sperimentazione in dodici comuni con più di 250.000 abitanti (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia, Verona). L’investimento è stato pari a 50 milioni di euro.

La misura ha previsto un mix di interventi attivi e passivi rivolti a famiglie con almeno un minore.

Al fine di supportare l’attuazione della sperimentazione da parte dei comuni, la Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha messo a disposizione specifiche risorse finanziarie. Queste risorse sono state attribuite in misura proporzionale alla distribuzione del bisogno nei differenti comuni oggetto della sperimentazione. In particolare, per ciascun comune con una quota di poveri superiore al 10% della popolazione (Roma, Milano, Napoli, Palermo) sono stati stanziati 150.000 euro, per i comuni con una quota di poveri compresa fra il 5% e il 10% degli abitanti (Torino, Genova, Bari, Catania) 100.000 euro; per i comuni con una quota di poveri inferiore al 5% (Bologna, Firenze, Venezia, Verona) 50.000 euro.

 

La sperimentazione nelle dodici città

Un recente rapporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali evidenzia che buona parte delle risorse economiche disponibili per l’erogazione delle carte non sono state utilizzate. In particolare, le amministrazioni comunali hanno impegnato una quota che va dalla metà ai due terzi del totale delle risorse. Ciò è dovuto, in particolare, alla presenza di due fattori.

Il primo riguarda il basso numero di domande raccolte. In alcuni casi, un “approccio prudente” ha caratterizzato la fase di raccolta delle domande.

Il secondo elemento che spiega il mancato esaurimento delle risorse si lega alla non idoneità dei richiedenti. Infatti, a seguito delle verifiche effettuate dall’INPS (ex-ante su tutte le domande), più del 50% dei richiedenti non è risultato in possesso di almeno uno dei requisiti richiesti.

Parzialmente diverso è il caso del Comune di Venezia. Nonostante la predisposizione di un bando pubblico, il numero di domande raccolte è stato di poco inferiore a quello delle carte effettivamente erogabili. Da questo punto di vista Venezia non è parte di quei comuni che hanno adottato un “approccio prudente” nella fase di raccolta delle domande. In questo caso infatti particolarmente penalizzante è stato il rispetto dei tempi previsti dal Ministero per l'apertura dei bandi (20 giugno-20 luglio 2013).

Nonostante questi limiti, la sperimentazione ha favorito alcuni cambiamenti positivi riguardanti sia le modalità di lavoro interne all’amministrazione comunale, sia il rapporto fra amministrazione e utenza.

 

La raccolta delle domande

In vista dell’avvio della sperimentazione e anticipando l’uscita del Decreto Ministeriale (3 maggio 2013), il Comune di Venezia, già a partire da settembre 2012, ha avviato un lavoro di approfondimento e di confronto con i diversi servizi operativi nel territorio. Questo lavoro preparatorio ha portato alla costituzione a giugno 2013 di un tavolo inter-istituzionale che ha visto la partecipazione dei vari servizi municipali (Servizio immigrazione e promozione dei diritti di cittadinanza e dell’asilo, Ufficio relazioni con il pubblico - URP, Servizio politiche abitative e della residenza, Servizio politiche del lavoro, Servizi sociali delle sei municipalità, Servizi informativi, VENIS e Osservatorio Politiche di Welfare con un ruolo di coordinamento del tavolo). Il tavolo inter-istituzionale ha risposto alla necessità di supportare e gestire al meglio la sperimentazione. All’interno del tavolo è stato inoltre istituito un gruppo ristretto con il compito specifico di validare il lavoro istruttorio. La raccolta delle domande è stata realizzata in linea con la tempistica prevista dalla normativa nazionale. Il 19 giugno 2013 è stato quindi pubblicato un avviso pubblico (della durata di trenta giorni) volto all’individuazione dei beneficiari. Il Comune di Venezia ha quindi optato per un bando aperto al quale potevano rispondere anche cittadini fino a quel momento sconosciuti ai servizi sociali municipali.

Il Comune di Venezia ha utilizzato numerosi strumenti per diffondere la notizia del bando. In particolare si è fatto ricorso ai canali istituzionali (stampa, sito Internet) e sono state avviate specifiche collaborazioni con il terzo settore e i C.A.F. Inoltre, sono stati organizzati incontri dedicati con i servizi sociali delle municipalità, con gli URP e con le organizzazioni del territorio.

Per la compilazione della domanda, i richiedenti hanno avuto la possibilità di rivolgersi agli sportelli URP e ai CAF. Inoltre è stato attivato un servizio di mediazione culturale per facilitare la relazione con i cittadini stranieri. Utilizzando le risorse umane già presenti nell’organico è stato inoltre attivato uno sportello telefonico e su appuntamento specificatamente dedicato alla NCA e finalizzato ad agevolare la comunicazione con i cittadini.

Nonostante lo sforzo fatto dall’amministrazione comunale, il numero delle domande raccolte è stato piuttosto limitato. Inoltre, molte domande sono arrivate incomplete o inesatte e questo ha comportato un lavoro aggiuntivo per il comune che si è operato per ricontattare i richiedenti e procedere alla correzione delle domande.

Al Comune di Venezia sono stati destinati 1.143.226 €, di questi solo 387.252 € sono stati impegnati. A fronte di 305 carte erogabili, le domande raccolte sono state 284, ma solo 101 richiedenti sono risultati idonei sulla base dei requisiti richiesti.

 

Monitoraggio e valutazione

Per il monitoraggio e la valutazione della sperimentazione, il Comune di Venezia ha avviato una collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, che ha garantito la presenza di tre tirocinanti che si sono occupati della somministrazione del questionario in entrata e di quello relativo al benessere dei minori. Questo lavoro è stato comunque realizzato grazie al supporto degli operatori delle diverse municipalità che hanno agevolato i contatti fra i beneficiari e i tirocinanti.

 

I punti di forza della sperimentazione

I punti di forza della sperimentazione emergono se si considerano i cambiamenti riguardanti, da un lato, le modalità di lavoro interne all’amministrazione comunale e, dall’altro, il rapporto fra amministrazione e utenza.

Per quanto riguarda le modalità di lavoro sperimentate a livello comunale, in primo luogo, la NCA ha promosso una maggiore integrazione fra i diversi servizi municipali che operano nel campo del welfare. In particolare, l’istituzione del “tavolo inter-istituzionale” ha permesso di consolidare un sistema di lavoro in rete che vede protagonisti diversi soggetti. Nel caso la misura fosse ulteriormente estesa, il Comune di Venezia intende stabilizzare questo tavolo di lavoro.

In secondo luogo, la sperimentazione e in particolare il finanziamento aggiuntivo di cui i comuni hanno beneficiato per l’attuazione della misura (50.000 euro nel caso del Comune di Venezia) ha permesso di predisporre un programma informatico utile alla verifica dei requisiti di residenza e al monitoraggio dei contributi economici erogati ai cittadini. Grazie alla sperimentazione, il comune ha quindi potuto migliorare il monitoraggio delle prestazioni erogate, non solo nell’ambito della NCA.

 

Considerazioni conclusive

Il rapporto pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, contenente i primi dati relativi alla sperimentazione della NCA, evidenzia che il Comune di Venezia ha speso poco più del 30% delle risorse disponibili. A prima vista, questo dato potrebbe far pensare a un caso di insuccesso. In realtà, una lettura più attenta evidenzia che in questo comune l’introduzione della carta ha posto le basi per lo sviluppo di nuove modalità operative che potrebbero essere stabilizzate qualora la sperimentazione proseguisse. Da questo punto di vista, l’esperienza della NCA sembra rispondere pienamente agli obiettivi propri di una misura introdotta in via sperimentale.

 

 

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