Skip to main content

Il Comune a portata di clic: strano ma vero, a Venezia si può

di RICCARDO LUNA 

Quando parliamo di digitale e pubblica amministrazione siamo così abituati al disastro, alle soluzioni pasticciate, alle cose pensate male e realizzate peggio, che quando un progetto invece funziona, non ci crediamo. Non può essere vero, diciamo. Come se fosse un deepfake, quei video in cui grazie a un software a una persona vengono fatto dire o fare cose diverse dal vero.

Prendete il caso dei siti dei Comuni. Di solito sono un pianto. Il censimento realizzato dall’Anac, l’autorità anti corruzione, certifica una inversione di tendenza: anche se limitato alla sezione trasparenza dei siti, quella con stipendi e curricula di assessori e consulenti, c’è una crescita generalizzata degli accessi con l’eccezione di Roma, Torino e Bari (sempre relativamente alla sezione trasparenza). C’è però un dato in forte controtendenza: Venezia, che cresce di 175 volte rispetto all’anno precedente.

Questo successo non è un errore di calcolo. E’ una buona pratica da replicare. A Venezia il sito web del Comune infatti fa parte di un sistema che integra anche una app, il call center (per quelli che preferiscono telefonare o mandare una email), le aziende pubbliche con il relativo sistema di pagamenti, e tutti i dati del territorio in tempo reale (meteo, traffico, acqua). In questo modo il cittadino chiede le cose dove vuole ma una volta sola, possibilmente con un clic; e l’amministrazione ha i dati necessari a calibrare meglio i servizi in base alle richieste.

Stiamo parlando di una roba normale, banale quasi, non c’è dietro la tecnologia per andare su Marte. C’è una progettazione fatta bene. Dal punto di vista del cittadino, assomiglia a un social network, con una pagina personale con scadenze e cronologia delle attività; ma anche i moltissimi turisti di Venezia beneficiano di questo approccio digital grazie a un altro sito con appuntamenti culturali, shopping e biglietteria. Il sistema si chiama DiMe, è stato realizzato grazie a tre milioni di euro dei fondi europei per le città metropolitane, ed è implementato ogni giorno da 343 dipendenti che non hanno soltanto cambiato strumento di lavoro, ma il processo, il modo in cui si fanno le cose.

Questa piccola storia merita di essere condivisa per due ragioni: la prima è che il software sviluppato da Venezia può essere riutilizzato in altre città (che infatti lo stanno richiedendo). La seconda, più importante, è perché dimostra che non è vero che cambiare questo paese e renderlo moderno con il digitale è impossibile. Si può fare. A volte qualcuno (non solo Venezia) ce la fa.
 

da la Repubblica
12/11/2019

 

VIDEO