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Banda larga e Spid, Poggiani: «Venezia nel futuro»

Piano del Governo per l’introduzione della banda larga mediante Enel e contributi pubblici nelle aree meno “profittevoli”. 
Venezia sarà tra le città pilota: si navigherà a 100 mega entro il 2017. E intanto parte lo Spid, la password unica per i servizi

I frutti di un lavoro lungo 15 anni: così Alessandra Poggiani, direttore generale di Venis Spa, l'azienda partecipata al 75% dal Comune che si occupa del digitale, definisce la Venezia 2.0 che si profila a un orizzonte ormai davvero vicino.

Una città che non solo, tra le prime in Italia e in anticipo sui tempi previsti di giugno 2016, ha già fatto partire alcuni servizi legati all'identità digitale, ma è stata anche scelta dal Governo tra i 5 comuni pilota – con Cagliari, Catania, Bari e Perugia – per la diffusione della banda ultralarga.

«Nel 2009 – racconta – Venezia è stata la prima città italiana con una rete pubblica a banda ultralarga: abbiamo sempre avuto competenze e risorse e usato investimenti per rendere il più possibili moderne le infrastrutture della città. Lo stesso non è avvenuto nel settore privato: purtroppo, in particolare in centro storico dove la densità abitativa non è particolarmente elevata, gli operatori privati non hanno investito in fibra ottica o hanno investito solo per porzioni molto piccole della terraferma, che non hanno garantito lo sviluppo dei servizi per cittadini e imprese».

Navigare (davvero) a 100 mega? Questo piano, invece, presentato il 7 aprile scorso da Matteo Renzi, consentirà a residenti, imprese, artigiani e commercianti, di navigare a 100 mega: attraverso l'intervento di Enel nelle aree cosiddette profittevoli e con i soldi in arrivo da Stato e Regione in quelle definite “a fallimento di mercato”. Il Veneto ha stanziato 500 milioni in 6 anni. Enel partirà subito con i cantieri e il piano dovrebbe essere operativo entro la fine del 2017. Nelle aree a fallimento di mercato, invece, che per Venezia sono ad esempio le isole, Dese o Malcontenta, il bando dovrebbe arrivare dopo l'estate, «ma la nostra area – prosegue – dovrebbe essere tra le prime oggetto di intervento, perché tra i criteri della convenzione c'è la densità economica».

Tante le ragioni per cui Venezia è stata scelta tra le città pilota: la diffusa rete di distribuzione Enel, ovviamente, ma anche la densità di popolazione e di attività economiche, la presenza di due università, la vocazione portuale, gli importanti distretti industriali, da Porto Marghera al comparto del vetro, i suoi 30 milioni di turisti.

Adesso di “viaggia” a 6 mega. «Questi ultimi soprattutto – prosegue il direttore di Venis – hanno bisogno sempre di più di servizi a a valore aggiunto. La prima lamentela su TripAdvisor per Venezia è proprio che la connettività negli alberghi è troppo lenta. Non è più possibile non avere un'infrastruttura immateriale al passo con i tempi. Oggi nella maggior parte della città si naviga a 6 mega, in alcune zone anche a meno. Una città che accoglie così tante persone e punta così tanto sul terziario avanzato non può più permettersi connessioni lente». E il pensiero corre, ad esempio, a un'impresa che nasce, a uno studio di architettura che vuole lavorare con il mondo, all'industria del vetro che vuole esportare i suoi prodotti.

Il piano è per Alessandra Poggiani l'ultima occasione per guardare alla crescita e al futuro in modo costruttivo. «L'Italia – spiega – rispetto alla trasformazione digitale è rimasta molto indietro. I paesi usciti dalla crisi per primi sono quelli che hanno investito di più sulla trasformazione digitale della loro industria». Si pagano in particolare un problema infrastrutturale e un

tessuto di imprese medio-piccole, poco propense a investire in ricerca e sviluppo.

E arriva lo Spid. Oltre alla banda larga, però, Venezia si propone come capofila anche per l'identità digitale, altra novità presentata dal Governo a marzo: il sistema, denominato Spid, permette a cittadini e imprese di accedere con un'unica identità digitale, ossia con un'unica password, ai servizi online delle pubbliche amministrazioni e dei privati che poi vorranno aderire al sistema.

«Una password unica per i servizi pubblici – spiega la Poggiani – va anche nella direzione di accelerare l'alfabetizzazione digitale. Più noi riusciamo a dare servizi attraverso internet, più rendiamo la vita comoda a cittadini e imprese, più l'uso della rete si diffonde».

Per ora si può interagire solo con Inps, Inail, Regione Toscana, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, ma a giugno arriveranno anche Agenzia delle Entrate ed Equitalia. Bruciando le tappe, il Comune di Venezia, primo nella penisola, ha già attivato lo scorso 11 aprile alcuni servizi digitali, quello per le rette e il trasporto scolastico e quello per l'accesso gratuito alla rete wifi cittadina.

«Il Comune ha scelto le scuole – conclude – proprio per andare nella direzione dei servizi molto usati, non settoriali, non da addetti ai lavori. Uno di quei servizi che quasi ogni famiglia veneziana, almeno una volta l'anno, usa. Da qui a settembre, poi, tutti i servizi comunali saranno portati su Spid e speriamo, entro la fine dell'anno, di crearne di nuovi telematici tra quelli che oggi magari sono solo a sportello».

Meglio, dunque, attrezzarsi e diventare veneziani digitali.

Chiara Semenzato

GENTE VENETA n. 16, 22 aprile 2016